Riflettevo, e mi sono chiesta: «anche una prostituta può venire violentata?».
Non è servito molto per trovare una risposta: SI, perché la violenza è violenza.
Cambiare prospettiva
Fino a che guarderemo la violenza solo dal lato della vittima, però, sarà difficile vedere il problema. È solo nel momento in cui cambiamo prospettiva, e guardiamo la vicenda dal lato del violentatore, ci rendiamo conto che chi violenta ha innegabilmente problemi di origine sociale, culturale, psicologici e patologici. Il lato da guardare, curare, educare è quindi il suo, quello del carnefice.
È tempo di capovolgere il paradigma violenza ed educare al rispetto.
Come fare questo lavoro?
Si tratta di un lavoro sociale che non coinvolge solo genitori, insegnanti o psicologi: è un cambiamento su grande scala, che comincia con il cambiare la mentalità delle persone. Delle donne in primis, che non hanno colpe così come non ne ha (ahimè, difficile da credere) il carnefice.
Questo slogan – cantato in Latino America durante una manifestazione – è molto importante perché dice chiaramente:
«E la colpa non era mia, né di dove stavo né di come vestivo. Il violentatore sei tu!»
Ogni cosa che ascoltiamo, leggiamo e viviamo, infatti, modifica il nostro modo di comportarci.
Ogni nostra azione, parola e, incredibile, anche pensiero, condiziona le persone che ci circondano.
Basti pensare ai pensieri sociali, e a quanto ci limitano: se socialmente una donna che non sa cucinare è una donna che vale meno, il giorno in cui non cucineremo (anche solo perché non ci sentiamo bene) avremo l’impressione di essere una donna che vale meno. La causa? Le credenze delle persone che ci circondano.
Cambiare si può e si deve
È importante, quindi, educare alla visione della violenza come fine a se stessa e non come visione di vittima e carnefice: un percorso lungo, e certo non facile, ma che va intrapreso. Un percorso che, ancor oggi, dopo anni di lavoro su di me, fatico lasciar scorrere e mi richiede spesso attenzione.
Proprio per questo motivo voglio consigliarvi la lettura di un libro, anzi di due:
Buona riflessione a tutti, ma soprattutto, buona attuazione!